lunedì 24 maggio 2010

I brutti totali e l'amore

E' ormai noto che non mi ripeterò più: l'amore sta ai brutti come la cioccolata ai brufoli.
I brutti si innamorano sempre perdutamente e sempre rimangono soli e sofferenti da far schifo.
Certi imparano la lezione e si chiudono in conventi o eremi lontani dal mondo, altri ancora fanno un intervento al cuore. Eh sì, un'operazione delicata dove un ventricolo viene asportato e magari studiato da scienziati curiosi di capire perché si dica che l'amore fa fermare il cuore.
I brutti totali, generosi come sono, offrono pezzi del loro corpo alla scienza.
Altri brutti scelgono la via difficilissima di chiudere ogni sentimento in una scatola di piombo e di gettarla a mare.
Sembrano così felici e spensierati. In realtà, quando per caso passano davanti ad uno specchio, vedono che la loro infelicità si è trasformata in pus e sta tutta dentro i brufoli che non possono neppure schiacciare, perché altrimenti rimane il segno.
I più sfortunati continuano ad innamorarsi. Regalano poesie, sassi colorati rubati al fiume o alla spiaggia, fiori di carta costruiti con le loro mani; regalano canzoni che nessuno ascolterà più di una volta, disegni di nuvole e di uccelli che volano. Si regalano. Il pacco regalo torna al mittente.
E allora si chiedono se l'amore l'abbiano inventato solo per far soffrire i brutti totali della terra in modo che decidessero da soli per l'autodistruzione. L'altra parte del mondo in questo modo non avrebbe dovuto neppure provare i sensi di colpa.
La ribellione non arriva subito. Prima un brutto totale deve macerare ben bene. Deve liquefarsi nel dolore e nello scherno. Solo alla fine, quando di lui non rimane altro che una piccola montagnola di fango, allora è capace di risorgere, come l'Araba Fenice. Il brutto totale è capace di imparare dai propri errori. Spesso però gli ci vuol tempo, e ne deve fare parecchi di errori prima di capire. Quindi diremo che il brutto totale e l'amore sono simili a montagnole di fango nel terreno che piedi distratti possono calpestare impunemente ma che si attaccano alle suole delle scarpe con tenacia.
La tenacia di chi non ha niente da perdere.
"Elogio alla bruttezza-L.Frescura"

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